Bard cambia nome in Gemini e a canone

Come previsto la scorsa settimana, Google ha annunciato importanti novità per il suo assistente personale. Bard diventa Gemini, assumendo il nome della famiglia dei modelli di intelligenza artificiale generativa. Gemini Advanced permette invece di accedere al modello Ultra 1.0 tramite abbonamento al nuovo piano Google One AI Premium. Infine, gli utenti possono usare il chatbot su Android e iOS.

Gemini, Gemini Advanced e app

Dal 1 febbraio era possibile usare il modello Gemini Pro 1.0 in oltre 40 lingue (italiano incluso). Da oggi Bard si chiama come la famiglia di modelli, ovvero Gemini. Per l’occasione è stata aggiornata anche l’interfaccia web accessibile all’indirizzo https://gemini.google.com/app.

OpenAI offre il modello più potente (GPT-4) solo agli abbonati. La stessa soluzione è stata adottata da Google. Il modello Ultra 1.0 è disponibile solo con Gemini Advanced, accessibile con l’abbonamento Google One AI Premium a 21,99 euro/mese (i primi due mesi sono gratis).

Google Advanced è disponibile in oltre 150 paesi, Italia inclusa, ma solo in inglese (altre lingue verranno aggiunte in seguito). Rispetto alla versione base ci sono vari miglioramenti: esecuzione di compiti più complessi, conversazioni più lunghe e maggiore comprensione del contesto.

Google ha inoltre rilasciato la nuova app Gemini per Android. All’avvio è possibile impostare Gemini come assistente predefinito al posto di Google Assistant, quindi supporta le stesse modalità di attivazione (pulsante home, pulsante di accensione, swipe dall’angolo dello schermo, comando vocale “Hey Google”).

Su iOS è possibile accedere a Gemini dall’app Google. La versione mobile del chatbot è al momento disponibile solo negli Stati Uniti in inglese. I modelli Gemini saranno accessibili anche in Google Cloud e Google Workspace. In quest’ultimo caso, Duet AI diventerà Gemini for Workspace e gli abbonati al piano Google One AI Premium potranno usare Gemini in Gmail, Documenti, Presentazioni, Fogli e Meet.

Anche altri produttori di software stanno adottando la soluzione del canone per i loro prodotti di intelligenza artificiale. Ad esempio, Microsoft offre il suo assistente virtuale Copilot tramite abbonamento, mentre OpenAI offre il suo modello di linguaggio naturale ChatGPT solo agli abbonati. Questo permette ai produttori di offrire funzionalità avanzate e costantemente aggiornate ai loro utenti, garantendo al contempo un flusso di entrate costante.

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